TERAMO – «Negli ultimi cinque anni in Italia il definanziamento del sistema universitario ha visto la riduzione dei fondi del 10 per cento, in Germania ha visto un aumento dei fondi del 20 per cento. Non è per niente casuale che l’economia tedesca proceda con un tasso di sviluppo per nulla comparabile con quello italiano». Non serve al rettore dell’Università di Teramo, Luciano D’Amico, scomodare il paragone numerico con la Corea del Sud (628 euro per abitante di investimento nella ricerca contro i 103 dell’Italia), per spiegare come gli altri Paesi investano, e quanto, nella formazione. Il giorno della Primavera dell’università coincide a Teramo con la notizia dell’arrivo all’UniTe di 15 dottorandi di ricerca dall’estero per uno stage formativo di tre anni. «Il sistema delle università italiane oggi vuole porre l’accento su questi dati, sulle potenzialità che le università in Italia possono offrire al territorio, allo sviluppo economico ma anche alla crescita culturale e al raggiungimento di un equilibrio sociale di cui il Paese ha bisogno – ha spiegato D’Amico nel presentate l’iniziativa lanciata dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui) -». Eppure UniTe, nonostante questo quadro desolante di come ll Paese Italia tenga in considerazione ancora l’alta formazione, si distingue: «Nonostante le risorse diminuite nel sistema, poichè le università in Italia vengono finanziate sui risultati, siamo riusciti lo scorso anno per la prima volta a invertire le rotta e avere un incremento significativo. Ma abbiamo invertito la rotta anche sotto un altro aspetto. Uno dei dati che viene lamentato sempre nel Paese è quello della fuga dei cervelli: ecco, sono felice di annunciare che sono in arrivo qui a Teramo 15 dottorandi di ricerca stranieri, che vengono a Teramo da tutto il mondo e si formeranno a Teramo per tre anni con un finanziamento dell’Unione Europea nell’ambito di Horizon 2020. E’ un pò un’inversione di tendenza, siamo contenti di poter dire che a Teramo i cervelli siamo in grado di attrarli». Ma non è finita qui. Lo stato di ottima salute dell’ateneo teramano è testimoniato da un altro numero non di secondo piano, quello rappresentato dal tasso di disoccupazione: «Per i diplomati – ha concluso D’Amico – ahimè è ancora al 30 per cento, per i laureati scende al 17,7%». La conferenza stampa si è aperta con il minuto di raccoglimento in memoria delle sette studentesse italiane Erasmus che hanno perso la vita nell’incidente stradale in Spagna.
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